La stanza delle meraviglie
a cura di Cristiana Maucci in collaborazione con Eleonora Acerbi
La Wunderkammer o Stanza delle meraviglie è fenomeno tipico del Cinquecento; frutto di un collezionismo prediletto dalla aristocrazia, può essere considerata come il primo stadio dello sviluppo del concetto di museo. Lo scopo era raccogliere e mostrare mirabilia unendo arte-scienza e natura, i due poli del sapere antico costruendo un percorso nello straordinario, tra naturalia e artificialia.
La natura è fulcro principale di ogni stanza delle meraviglie dove si colleziona un campionario di tutto ciò che vi è di più strano, con esemplari che presentano qualcosa di eccezionale per forma, dimensione o rarità. Immancabili tra questi, un teschio (di leone), suggestivo memento mori in dialogo con i corpi tassidermizzati, che rappresentano rispettivamente la caducità della natura e l’ambizione dell’uomo all’eternità, il corallo, qui riprodotto con la ceralacca, che nell’epoca in cui i confini tra scienza e leggenda erano a volte sfumati, era considerato oggetto sia animale che vegetale e minerale e racchiudeva in sé la perfezione e quindi un valore taumaturgico.
La stessa ripartizione della stanza sottolineata dai colori delle pareti e da alcune opere delle collezioni, allude, in omaggio alla celebre Tribuna di Francesco I de’ Medici, a due dei quattro elementi: la terra e l’acqua.
Gli artificialia sono manufatti particolari per originalità e unicità. Oggetti utilizzati talvolta come semplice riproduzione dell’animale vivo o in cui si concretizza il gusto manierista dell’innesto umano sull’oggetto naturale. Rispondono a questi requisiti le opere delle collezioni, unitamente a sculture antiche che punteggiano l’allestimento: le zampe di leone in marmo di età imperiale, l’onda scolpita nel legno, l’uccello in metallo che fa da contrappunto agli esemplari esotici, l’intervento site-specific realizzato da Nicola Perucca ‘intorno’ ad una costola di balena.
Gli oggetti presentati invitano infine a riflettere su temi estremamente contingenti: la ricchezza e fragilità dell’ambiente che ci circonda e il rapporto natura-uomo; una relazione oggi difficile e conflittuale, che attraverso la mediazione dell’arte può, come in questo caso, rivelarsi virtuosa.
Mostra promossa da:
Comune della Spezia
Sindaco e Assessore alla cultura, Pierluigi Peracchini
E prodotta da:
CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea
Dirigente Servizi culturali, Massimiliano Curletto
con il contributo di
Coop Liguria
Enel
A cura di: Cristiana Maucci in collaborazione con Eleonora Acerbi
prestiti:
Museo Archeologico Castello San Giorgio (conservatore Donatella Alessi), Museo Civico Etnografico Giovanni Podenzana (conservatore Giacomo Paolicchi), Museo del Sigillo (conservatore Anna Nancy Rozzi), collezioni private
schede di sala :
Donatella Alessi, Giacomo Paolicchi, Rossana Piccioli, Anna Nancy Rozzi
sound design
Roberto Vendasi
murale
Nicola Perucca
staff allestimento
Davide Bommino
con Oscar Bordoni e Giacomo Portunato
progetto grafico
Sarah Fontana
traduzioni
Susan Charlton
COMUNICAZIONE
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